Questo film è un progetto in animazione 3D realizzato da 205 artisti volontari, provenienti da tutto il mondo, diretti da Cinzia Angelini via web. La regista è un’animatrice italiana, originaria di Trento, che vive e lavora a Los Angeles dal 1997. Nei suoi diciotto anni d‘esperienza nel campo dell’animazione, ha partecipato tra le altre alle produzioni di film come La spada magica, Il Principe d’Egitto, La strada per El Dorado, Spirit – Cavallo selvaggio, Sinbad – La leggenda del sette mari, Boog & Elliot a caccia di amici, Spider-Man 2, I Robinson – Una famiglia spaziale e Bolt.
Mila è un film d’animazione che ha come protagonista una bambina. Ambientato durante la seconda guerra mondiale, il cortometraggio tratta un tema complesso e inusuale per un cartone animato. Cinzia Angelini spiega: “Sono convinta che l’animazione possa affrontare qualsiasi tema, anche quello della guerra. Portando così un messaggio importante al pubblico. Non importa dove e quando, non importano le dinamiche e le ragioni.
La guerra è devastante per i bambini e sta agli adulti proteggerli”. La storia infatti è ambientata nel 1943, durante i bombardamenti di Trento e si focalizza sui danni collaterali che colpiscono la popolazione civile e in modo particolare i bambini.
Cinzia continua: “Il film è ispirato dai racconti d’infanzia di mia madre che durante la Seconda guerra mondiale aveva l’età di Mila”. Uno dei principali obiettivi del progetto è quello di suscitare attenzione per la drammatica situazione dei bambini, tutt’oggi vittime delle guerre che continuano ad imperversare in diversi angoli del mondo.
Ecco la trama ufficiale: Mila è la storia di una bambina che perde la sua famiglia durante la guerra a Trento, in Italia. Grazie a una giovane donna che l’aiuta, Mila sopravvive a un bombardamento devastante ma perde anche la casa che la ospitava. Mila allora stringe forte tra le mani gli ultimi resti del suo passato: un cappello ormai logoro e un biglietto del carosello ridotto a brandelli. Nella casa la bambina trova conforto in un cavallo a dondolo e in un carillon. Entrambi ricordano a Mila la madre, e le fanno esplodere l’immaginazione. La donna ripara come può il cappello di Mila, e così si cuce anche il loro rapporto. Donna e bambina così sopravvivono alla notte devastata dalla guerra e al mattino dopo risorgono per testimoniare l’inizio della fine della guerra. Con le loro perdite e il loro calvario, trovano insieme la salvezza e il conforto l’una con l’altra, e iniziano a costruire una nuova vita insieme.
Su questo cortometraggio c’è molto da dire e anche da riflettere. Se ci fermiamo un attimo a pensare, le guerre ci sono sempre state raccontate dagli adulti e mai dai bambini. Non abbiamo mai avuto l’occasione di vedere la guerra dagli occhi di un bambino. Nel mondo in cui viviamo scene di guerra se ne vedono ogni giorno al telegiornale, ma cosa prova un bambino di fronte a tanto orrore, che cosa sente, quali sono le sue reazioni? Come fare a spiegare ad un bambino la guerra? Che cos’è la guerra? Perchè si uccidono le persone tra di loro?
Soprattutto qual’è l’età giusta per cominciare a parlarne? Secondo alcuni psicologi fino a 5 anni è meglio non parlare ai propri figli di cose così tristi e logicamente di proteggerli, non permettendo loro di vedere immagini così violente. Nella fascia dai 6 ai dieci anni, il bambino va protetto, ma anche informato e allo stesso tempo rassicurato perchè lo sentirà comunque a scuola, su internet, alla radio etc. Mentre per quanto riguarda i bambini dagli 11 ai 13 anni le cose cambiano, hanno bisogno di sentirsi dire la verità. Voi cosa ne pensate? Avete già parlato con i vostri figli di questo argomento? Isis compreso?
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