Nell’aprile del 2016 è stato annunciata la realizzazione di Il Libro della Giungla 2, ma a che punto si trova il seguito diretto ancora una volta da Jon Favreau?
Lo sceneggiatore Justin Marks ha fornito un aggiornamento sul film svelando alcuni dettagli concernenti la trama.
Inizialmente per il lungometraggio animato del 1967 la sceneggiatura era stata affidata a Bill Peet, ma per Walt Disney il tono della pellicola era troppo dark così chiese delle modifiche. Ne scaturì un’accesa discussione che portò Peet a lasciare lo studio. Buona parte delle sue idee furono scartate nella versione finale del film ma Marks spiega che qualcosa verrà usata nel nuovo film.
“Nel secondo film, l’idea è di spingersi oltre con Kipling ma anche di usare alcune risorse della Disney del film del ’67 che forse non hanno visto la luce nel primo film. Se riguardiamo il lavoro sul film originale di Bill Peet, una parte è stata respinta da Walt Disney.
Jon [Favreau] ed io ci siamo tuffati in profondità negli archivi della Disney per vedere alcune idee. Eravamo ‘Aspetta, questa è una grande idea. Ne abbiamo davvero bisogno nel film’. Così l’abbiamo costruito in questo modo”.
Quanto scritto da Rudyard Kipling non è stato completamente adattato nel primo film, Marks ricorda
“C’è ancora così tanto di Kipling da adattare. Ho appena finito una bozza di recente. Anche per il primo film abbiamo guardato alle altre storie di Kipling per trarre ispirazione, l’Elefante e la storia e la mitologia e la creazione della giungla”.
Nel libro si tratta del ritorno di Mowgli nella giungla, un tema non trattato nel film di Favreau. Il seguito ne parlerà?
“Non farò spoiler. [La storia di] Kipling finisce con Mogwli che torna al villaggio degli uomini, tornando in un certo senso un uomo. Ovviamente volevamo sospendere questo alla fine del film, principalmente perché mi sembrava che in una storia dell’identità e della conquista dell’identità, un ragazzo di un mondo cresciuto in un altro, era importante per Jon e per me raccontare la storia su come la famiglia è quella che crei, e l’identità è data dalla persone che ti circondano e questo è quello che sei. Quindi non sembrava giusto mandarlo da un’altra parte, almeno nel primo film. In un film successivo, potremmo rivalutare tutto questo”.
Fonte /Film
Vi invitiamo a scaricare la nostra APP gratuita di ScreenWeek Blog (per iOS e Android) per non perdervi tutte le news sul mondo del cinema, senza dimenticarvi di seguire il nostro canale ScreenWeek TV.