Aspettando l’uscita di ‘Alice in Wonderland‘, raggiungiamo la seconda tappa del nostro viaggio nel magico cinema di Tim Burton: Beetlejuice.
Se in Pee-wee’s Big Adventure erano presenti già molti degli aspetti più caratteristici del cinema di Burton, dobbiamo aspettare Beetlejuice per entrare in contatto con il lato ‘dark‘ del regista.
Il film racconta le avventure di una coppia di bravi sposini defunti (Geena Davis e Alec Baldwin) che – in forma di spiriti – si trovano a condividere casa loro con la viva ed ‘eccentrica’ famiglia Deetz. La convivenza è tutt’altro che facile. I due trapassati, dopo numerosi tentativi falliti di cacciare i vivi da casa loro, si affidano a uno specialista: il bio-esorcista Beetlejuice (Michael Keaton). Una serie di situazioni surreali ed eccessive raccolgono le potenzialità horror del soggetto e traformano il film in una commedia gotica, visionaria e ben ritmata.
L’originalità (e la ‘stranezza’) dello script causarono non poche esitazioni tra i membri del cast. Non fu facile convincere gli attori a partecipare al progetto e sembra che lo stesso Keaton non fosse così entusiasta all’idea di interpretare il ruolo dello ‘spiritello porcello’.
D’altro canto, l’attore non era nemmeno la prima scelta di Burton – che aveva insistito per avere Sammy Davis jr. nel ruolo di Beelejuice. Contrariamente ad ogni aspettativa, le due settimane passate insieme sul set segnarono l’inizio di una solida collaborazione tra Burton e Keaton tanto che qualche anno dopo, l’attore vestì per il regista i panni del ‘super-eroe-miliardario’ Bruce Wayne in ‘Batman‘ e ‘Batman- Il Ritorno‘.
Beetlejuice fu un grande successo al botteghino, vinse numerosi premi tra cui un Oscar per il trucco nel 1989 e lanciò la carriera cinematografica di Winona Ryder che nel film interpreta Lydia Deetz, una ragazza ‘strana e oscura’ che può vedere gli spiriti dei defunti.
Quanto agli effetti speciali, Burton utilizzò blue screen, stop motion, pupazzi e fece di tutto affinché il film somigliasse il più possibile ai B-movie con i quali era cresciuto. La passione del regista per quel genere di film troverà soddisfazione totale solo qualche anno dopo con il film Ed Wood… ma questa è un’altra storia e va raccontata un’altra volta.
Oggi voglio mettervi alla prova! Siete così abili da guardare il film fino in fondo senza mettervi a canticchiare ‘Day-O’ di Henry Belafonte?