La stop-motion utilizzata nel lungometraggio animato L’isola dei cani, diretto da Wes Anderson, è esplorata in un dietro le quinte
sottotitolato in italiano che ci mostra come sono stati portati in vita i cani nel film.
La stop-motion utilizzata nel lungometraggio animato L’isola dei cani, diretto da Wes Anderson, è esplorata in un dietro le quinte
sottotitolato in italiano che ci mostra come sono stati portati in vita i cani nel film.
L’isola dei cani, il secondo film in stop-motion diretto da Wes Anderson, sarà il film di chiusura del South by Southwest Conference and Festival (SXSW)
La pellicola ha inoltre ricevuto il rating dalla MPAA: PG-13 per ‘elementi tematici e immagini violente‘.
Dopo Fantastic Mr. Fox, il regista Wes Anderson è tornato a dirigere un altro film animato con la tecnica della stop-motion, intitolato Isle of Dogs
ambientato in un futuro distopico, il film segue il giovane Atari Kobayashi mentre cerca il suo cane Spots.
Vi abbiamo parlato poco tempo da della nuova versione cinematografica del Il libro della giungla che sarà diretta da Jon Favreau e sarà un mix di animazione e live-action (ovvero con attori in carne e ossa). Il film, attualmente in lavorazione per conto di Disney, uscirà a ottobre 2015 e il regista ha affermato che conterrà molti momenti memorabili della vecchia edizione animata del 1967. Tra questi la canzone ‘The Bare Necessities’ di Terry Gilkyson, cantata dall’Orso Baloo e conosciuta in Italia con il titolo Lo stretto indispensabile.
A cantarla in questo nuovo film sarà nientemeno che Bill Murray, che nella versione originale presta la voce all’orso Baloo, tutore del piccolo Mowgli. Qui sotto vi riproponiamo la versione della canzone nel classico Disney. Vi ricordiamo inoltre che nel cast vocale originale sono già confermati Idris Elba, Scarlett Johansson, Lupita Nyong’o e Ben Kingsley.
Oggi, per il nostro consueto appuntamento con il Cult for Kids, abbiamo deciso di parlare di un cult movie a tutti gli effetti. Uno di quei titoli che fanno parte di un glorioso passato cinematografico e che, nonostante gli anni, non sono mai passate di moda: Ghostbusters.
Prendete un gruppo di attori/comici particolarmente famosi negli anni ’80 e provenienti dal Saturday Night Live, fate scrivere a due di loro la sceneggiatura di un film e affidatela alla regia di un solido mestierante come Ivan Reitman.
Come dicevamo nel nostro Cult for Kids della settimana, sono dieci anni che Shrek è uscito nelle sale americane, ma almeno venti da quando Steven Spielberg ha cominciato a pensare al progetto. Inizialmente, il produttore aveva dato tutto in mano al regista Don Bluth, con l’idea di fare di Shrek – ispirato a un libro per bambini di William Steig, pubblicato nel 1990 – un film d’animazione tradizionale, con le voci di Bill Murray (Shrek) e Steve Martin (Ciuchino). L’idea poi cadde nel dimenticatoio e fu ripresa dalla DreamWorks, fondata da Spielberg, Jeffrey Katzenberg e David Geffen nel 1994.
L’idea iniziale era di farne un film in stop motion, la classica tecnica dell’animazione a passo uno vecchia quanto il cinema. I test presentarono però un conto salato e risultarono poco riusciti dal punto di vista tecnico ed espressivo. Si arrivò così alla versione finale in CGI, che contribuì a imporre la DreamWorks come un valido avversario della Pixar nel campo dell’animazione al computer.
Lasciando da parte tutti i tecnicismi, Shrek è un film divertentissimo, ricco di citazioni pop e benedetto dalle voci originali di Mike Myers, Eddie Murphy e Cameron Diaz, che da sempre rappresentano parte dell’appeal del film per il pubblico d’oltreoceano. Un successo inarrestabile ha da allora sostenuto una saga che si è conclusa (?) da poco con il quarto capitolo, Shrek – E vissero felici e contenti. E che ha ridefinito le figure delle fiabe, tramite un’inversione che vede l’orco, classico cattivo delle storie che ci raccontavano da bambini, diventare l’eroe. Segno dei nostri tempi, in cui – per fortuna – non si giudicano più le persone dal loro aspetto. Almeno, quasi sempre è così.
A seguire, Shrek e Ciuchino arrivano nella ridente Duloc…
Ormai siamo abituati alla mole di film in cui famosi personaggi animali del mondo dei fumetti vengono ricreati in Computer Graphic e fusi con le riprese dal vivo: negli ultimi anni abbiamo visto due Alvin Superstar e L’orso Yoghi, solo per citarne un paio. Ma nel 2004, Garfield – Il film fu un po’ il pioniere del genere. La cosa curiosa è che nel film solamente Garfield è ricreato in digitale, mentre tutti gli altri animali – gatti compresi – sono reali, anche se “muovono le labbra” grazie al computer. L’effetto di Garfield, bisogna ammetterlo, è un po’ datato, anche se non è che ne frattempo siano stati fatti tutti questi passi in avanti nel reparto effetti in questo tipo di pellicole. La voce di Bill Murray contribuisce comunque a donare un po’ di fascino al gatto pigrone di Jim Davies, che nei fumetti non parlava mai, ma si limitava a pensare.
Qui sotto potete ascoltare Murray all’opera e vedere una simpatica scena tra Garfield e il cagnolino Odie.
Dopo I Flintstones il nostro appuntamento con il Cult for Kids della settimana ci porta al cospetto di un’altra trasposizione cinematografica particolarmente illustre: quella di Garfield, il pigro micione creato da Jim Davis e protagonista nel 2004 di un lungometraggio che fonde live action e grafica digitale.
Il nostro viaggio all’interno (mai termine fu più adatto) di Osmosis Jones, il Cult for Kids di questa settimana, si conclude come al solito con una carrellata di immagini. Dopo avervi presentato il film e avervi mostrato alcuni momenti di questa storia, è arrivato il momento di farvi vedere i personaggi che ne fanno parte.
Cominciamo con il protagonista in carne e ossa: Frank, interpretato dal mitico Bill Murray, il guardiano di un zoo caratterizzato da una discutibile igiene personale. L’aver mangiato un uovo caduto nella gabbia di uno scimpanzé si rivelerà fonte di guai per quest’uomo, che introdurrà nel suo organismo un virus letale.
Qualcuno di voi ricorda Siamo fatti così, quella serie francese di cartoni animati didattici che spiegavano il corpo umano ai bambini? Ricordo che da piccolo la seguivo sempre, e mi piaceva un sacco, ma ripensandoci immagino che tutto sommato fosse piuttosto noiosa. Per lo meno paragonata a Osmosis Jones, il nostro Cult for Kids della settimana che, lungi dall’essere un cartone didattico, è comunque in grado di raccontare l’interno del nostro corpo divertendo allo stesso tempo.
Il film è diretto a metà tra due coppie di registi: da una parte, Tom Sito e Piet Kroon, registi non accreditati della parte animata. Dall’altra Peter e Bobby Farrelly, che si unirono al progetto quando le sequenze animate erano già in lavorazione da tempo. Fu molto difficile per la Warner trovare i registi e l’interprete (Bill Murray) della parte live action, ma visto che, a differenza di altre pellicole come Chi ha incastrato Roger Rabbit, cartoni e attori non si incontrano mai, la lavorazione delle due parti poté procedere a ritmi diversi.
Il film non fu un grande successo, all’epoca della sua uscita al cinema, ma vendette talmente bene in home video da portare alla realizzazione di una serie TV dedicata a Osmosis e al suo compare Drix. Qui sotto, Osmosis Jones scatta all’inseguimento di una banda di organismi nocivi, e ci viene così introdotto il fantastico mondo del corpo umano!
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