Ultimamente l’appuntamento settimanale con il Cult for Kids è diventato un ritrovo per nostalgici della settima arte. Non c’è niente di male, sia chiaro, anzi, è sempre un piacere recuperare da qualche scaffale impolverato quei vecchi film che tanto ci avevano fatto sognare. Prima di tutto perché la cosa ci consente di tornare bambini (o ragazzi) ancora per un po’; seconda cosa, non meno importante, è il fatto di poter dire, almeno una volta alla settimana, quella frase che tanto piace a tutti gli appassionati di cinema: “Non se ne fanno più film così!”. E quando si parla di pellicole come Labyrinth – Dove tutto è possibile non c’è forse esclamazione migliore.
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